Parlare chiaro.
La lingua è fatta per comunicare. Comunicare vuole dire trasmettere informazioni o sentimenti. Parlare per farsi capire da chi ascolta è l’obiettivo della lingua.
Ecco perché quando studi l’italiano impari parole nuove o impari la pronuncia: per capire gli italiani quando parlano e per farti capire quando parli tu. Ma che succede quando, invece, nonostante i tuoi sforzi non capisci niente? E’ frustrante, vero?
Che confusione!
Ecco, immagina di provare questa sensazione quando stai per firmare un contratto in banca o stai cercando di capire il regolamento del corso di laurea a cui ti sei iscritta. Ebbene, l’italiano di questo tipo di testi è incomprensibile (sai che in viene usato davanti ad alcune parole italiane per creare il loro contrario? Comprensibile e il suo contrario: incomprensibile cioè non comprensibile, che non si comprende). Si tratta del (con ironia!) “burocratese”, la lingua della burocrazia.
Curiosità: sai che Italo Calvino (Conosci Calvino? E’ stato uno dei più grandi scrittori del novecento) chiamava il burocratese l’antilingua, cioè una lingua senza vita. Per Calvino, infatti, la lingua è vita che diventa comunicazione.
La lingua dei politici.
E i politici? Tu riesci a comprendere i politici del tuo paese quando li ascolti in televisione? Ti confesso una cosa: io non sempre. Qualche mese fa in Italia il nuovo Ministro della Cultura, Alessandro Giuli (il Ministro della Cultura in Italia si occupa di proteggere e valorizzare il patrimonio culturale del paese) ha presentato il suo programma con parole e frasi incomprensibili alla maggior parte delle persone. In questo modo non ha permesso a tutti di comprendere i suoi obiettivi. In questo modo non ha rispettato il diritto dei cittadini italiani di essere inclusi, considerati e valorizzati. Ti consiglio di ascoltare questo podcast che parla proprio della questione (ascoltare un podcast italiano non è facile, ma provaci lo stesso!).
La lingua generosa
Alcuni studiosi e scrittori hanno affermato che la lingua deve essere “democratica”, deve permettere a tutti di capire e comprendere. Non deve essere esclusiva (per pochi), ma inclusiva (per tutti).
Come può la lingua italiana essere “democratica”, anzi, generosa? Il primo passo per parlare un italiano generoso è la semplicità.
Qualche consiglio.
Ecco come fare a parlare un italiano “generoso”.
- Usa frasi brevi. Ogni domenica Luciana va al mare e porta con sé i suoi cani perché vuole farli correre sulla spiaggia dal momento che in città non ha molto spazio per farli giocare. Ogni domenica Luciana va al mare con i suoi cani. Quando arriva sulla spiaggia li fa correre. Luciana vive in città e non ha lo spazio per farli giocare.
- Usa la forma attiva dei verbi. A Giovanni è stato insegnato dai genitori ad andare in bicicletta a 3 anni. I genitori hanno insegnato a Giovanni ad andare in bicicletta a 3 anni.
- Preferisci la forma positiva a quella negativa. Non usare i cellulari prima che la prova sia finita. Usare i cellulari appena la prova sarà finita.
- Usa pochi aggettivi e pochi avverbi (soprattutto gli avverbi che finiscono in –mente). Domani mattina partiamo presto. Precisamente alle 6. Domani mattina partiamo alle 6.
Quindi, quando parli in italiano non preoccuparti di usare strutture grammaticali complesse o parole difficili. Il tuo obiettivo è farti capire da chi ti ascolta e non di dimostrare che conosci le regole dell’italiano o che il tuo lessico è ricco. Questo, magari, lo puoi fare con me se decidi di fare un corso online a La piccola scuola.